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La prestigiosa rivista Food Chemistry ha validato lo studio proposto da un team di ricercatori catanesi per garantire la qualità dei prodotti tipici siciliani
La fisica al servizio delle eccellenze agro-alimentari siciliane, in particolare di prodotti come il pomodoro di Pachino e l’arancia rossa di Sicilia (Igp), l’arancia di Ribera e il pistacchio verde di Bronte (Dop). È stato, infatti, testato un metodo che permette di utilizzare tecniche di analisi elementale non distruttive (analisi Xrf), caratterizzate da una rapida implementazione in situ, per certificare la qualità del prodotto Igp (per esempio l’assenza di metalli pesanti) e per associare un’univoca impronta elementale al frutto (fingerprint).
Lo studio, validato scientificamente dalla prestigiosa rivista Food Chemistry - dal titolo Feasibility study of tomato fruit characterization by fast XRF analysis for quality assessment and food traceability - è stato proposto nell’ambito delle attività del dottorato di ricerca in Sistemi complessi per le Scienze fisiche, socio-economiche e della vita da un team di ricercatori dell’Università di Catania e mira a definire un protocollo univoco di analisi sul frutto, ottenendo il duplice scopo di garantire la qualità della filiera e di impedire le contraffazioni (la firma elementale è intrinsecamente associata al tessuto biologico sotto analisi).
Autori della ricerca sono la dott.ssa Salvina Panebianco, dottoranda del XXXV ciclo, e i docenti dell'ateneo catanese Agatino Musumarra del Dipartimento di Fisica e Astronomia e il prof. Alfredo Pulvirenti dell'Unità di bioinformatica del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale. Le misure Xrf sono state effettuate dai docenti Paolo Mazzoleni e Germana Barone del Dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali dell'Università di Catania.
La reperibilità, la caratterizzazione e la contestualizzazione territoriale dei campioni sono state supportate dalla prof.ssa Gabriella Cirvilleri del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell'ateneo catanese. Hanno coadiuvato il progetto la prof.ssa Agata Scordino del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Catania e la dott.ssa Maria Grazia Pellegriti della sezione di Catania dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
«La tutela di prodotti riconosciuti a livello internazionale attraverso i marchi Igp e Dop – spiegano gli autori della ricerca - deve prevedere azioni atte a garantirne la qualità e a stabilire severi protocolli di tracciabilità, salvaguardando la salute del consumatore e proteggendo il prodotto da tentativi di contraffazione. Queste certificazioni agiscono da volano nella promozione dei prodotti regionali e di fatto qualificano ulteriormente il territorio a livello turistico. Attraverso questa ricerca interdisciplinare, che può avere significative ricadute anche in termini economici, l’Università di Catania conferma il suo impegno a supporto del territorio siciliano e si fa garante della valorizzazione delle eccellenze siciliane in ambito agro-alimentare».