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Il sito del nuovo organo ufficiale d'informazione d'ateneo è accessibile all'indirizzo www.unictmagazine.unict.it
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Presentate al Palazzo centrale due rilevazioni condotte tra il personale e gli studenti per fornire strumenti di intervento alla governance dell’Ateneo
Strumenti e indagini per perseguire il benessere organizzativo ‘aziendale’ e scongiurare, quanto più possibile, lo stress dei singoli dipendenti derivante dalle condizioni di lavoro. Sono queste le finalità delle rilevazioni condotte nei mesi scorsi dall’Università di Catania che ha sottoposto a personale tecnico-amministrativo, docenti e anche agli studenti due diversi questionari volti a conoscere il punto di vista di ciascuna delle componenti della numerosa comunità accademica catanese su questi aspetti.
«E’ fondamentale restituire e socializzare i risultati di queste analisi – ha voluto precisare il direttore generale dell’Ateneo Giovanni La Via, aprendo i lavori della giornata informativa che si è tenuta venerdì scorso, 2 dicembre, nell’aula magna del Palazzo centrale -. Le rilevazioni ci forniscono parametri utili per la governance d’Ateneo, indicatori sul benessere e sullo stress che possono indirizzare le nostre politiche per migliorare la qualità della vita del personale e gli studenti, considerando l’alto numero di ore che ciascuno di noi trascorre ogni giorno nelle strutture universitarie».
Concetti, questi, rafforzati dagli interventi dei rappresentanti di altre strutture di Unict che a vario titolo intervengono in questo settore. «L’ascolto delle persone e l’analisi dei dati – ha detto la presidente del Comitato Unico di Garanzia, Germana Barone – vanno poi fatti seguire da azioni correttive e di miglioramento, ma anche dal monitoraggio». Per il delegato alla Trasparenza e alla Legalità, Maurizio Caserta, «forti sono i riferimenti al benessere contenuti nel nuovo Codice etico e di comportamento adottato di recente dall’Ateneo, attraverso il quale vogliamo inibire e scongiurare gli effetti dannosi dei comportamenti individuali». «A partire da questi risultati – ha sottolineato la delegata alle Pari opportunità Adriana Di Stefano -, possiamo avviare per la prima volta una discussione e una riflessione, che può inserirsi nel solco delle politiche per le pari opportunità». Una sempre maggiore sinergia fra tutti gli organismi che istituzionalmente devono occuparsi di questi argomenti – tra cui anche il Centro d’Ascolto coordinato dalla prof.ssa Elena Commodari e le rappresentanze sindacali riunite nella Rsu d’Ateneo presieduta dal dott. Enrico Commis - è stata auspicata infine dal responsabile del Servizio di Prevenzione e protezione dai rischi, Antonio Gulisano, che ha ricordato come Unict sia ormai giunta alla terza valutazione dello Stress lavoro-correlato, secondo le indicazioni della normativa attuale e in particolare dell’art. 28 del decreto legislativo 81 del 2008.
I risultati dell’Indagine di benessere organizzativo 2021, rivolta a tutto il personale dell’Ateneo e alla componente studentesca, sono stati quindi illustrati dalla componente del CUG Francesca Verzì, che ha ricordato il ‘questionario-pilota’ proposto dal Civit nel 2013 e gli spunti offerti dal progetto interateneo Good Practice, che nel tempo hanno consentito la confrontabilità dei risultati tra enti diversi del territorio nazionale e, nell’ultimo periodo, anche un focus sull’esperienza di lavoro/studio a distanza legata agli effetti della pandemia.
Gli esiti del processo di Valutazione stress lavoro-correlato (triennio 2019/21) sono stati presentati da Clelia Zarbà (SPPR), che ha osservato come lo stress sia di fatto «una condizione di malessere in cui il lavoratore percepisce uno squilibrio tra le risorse possedute e le richieste provenienti dall’organizzazione». «Attraverso la rilevazione – ha concluso - si prende atto delle criticità, organizzative, gestionali, individuali, e con il maggiore coinvolgimento delle figure manageriali si possono mettere in pratica misure di correzione e di prevenzione per tendere al Benessere organizzativo».