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Presentati a Roma gli elaborati per la redazione del Quarto Rapporto 2013-2018 dell'Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale, al quale hanno contribuito anche docenti e studiosi dell'Università di Catania
Anche i docenti e i ricercatori dell’Università di Catania hanno fornito il loro contributo all’elaborazione delle schede di monitoraggio di tutte le specie e gli habitat italiani di interesse comunitario, finalizzate a fornire strumenti operativi per la redazione del 4° Rapporto per il periodo 2013-2018 dell'Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (Ispra).
Gli elaborati sono stati presentati a Roma nei giorni scorsi nel corso di un incontro al quale hanno preso parte il responsabile scientifico dell’Orto botanico dell’Università di Catania Gian Pietro Giusso del Galdo e gli esperti del Cutgana Saverio Sciandrello e Renzo Ientile. Proprio il prof. Giusso del Galdo è il coordinatore del gruppo 8 “Habitat rocciosi” nell’ambito del Piano nazionale di monitoraggio degli Habitat d’interesse comunitario, mentre Sciandrello ha partecipato alla stesura del Manuale per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE) in Italia: Habitat occupandosi in particolar modo dell’Habitat 1430 Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano-Salsoletea).
Le schede di monitoraggio elaborate sono state raccolte in tre distinti volumi (Specie animali, Specie vegetali, Habitat) dall’Ispra che ha coordinato gli aspetti tecnico-scientifici del 4° Rapporto per il periodo 2013-2018 per il Ministero dell’Ambiente. Le Direttive Comunitarie, infatti, impongono un’attenta analisi dello stato di conservazione delle specie e degli habitat tutelati e una verifica dei fattori di minaccia che influenzano le prospettive future oltre all’implementazione di azioni specifiche a tutela degli ambienti naturali. In particolare la Direttiva Habitat prevede la redazione di rapporti periodici basati su dati provenienti dal monitoraggio delle specie e degli habitat.
Un compito che richiede un notevole impegno da parte del Ministero dell’Ambiente, delle Regioni, e delle Aree Protette, ma necessario per far fronte alle principali minacce alla Biodiversità (agricoltura, alterazione e perdita degli habitat, introduzione di specie esotiche, inquinamento, cambiamenti climatici e sovrasfruttamento delle risorse).L’Italia, infatti, è particolarmente ricca di biodiversità, oltre 58mila specie faunistiche di cui 55mila Invertebrati e 1.812 di Protozoi che insieme rappresentano circa il 98% della ricchezza di specie totale, nonché 1.258 specie di Vertebrati.
Per quanto riguarda il manuale delle Specie vegetali sono state inserite 151 schede per le 215 specie animali di interesse comunitario presenti in Italia. Ben 118 le schede relative alle Specie vegetali che prevedono la conservazione della diversità vegetale a garanzia di salvaguardia degli equilibri ecosistemici nel futuro e la sopravvivenza di batteri, funghi, animali e dell’uomo. Il manuale Habitat, invece, contiene 124 schede che descrivono tecniche e protocolli di monitoraggio per tutti i tipi di habitat naturali di interesse comunitario in Italia frutto della rete di collaborazione tra i vari soggetti coinvolti.