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Il presidente dell'Area Science Park di Trieste Adriano De Maio ospite dell'Università di Catania per parlare del ruolo dei parchi scientifici e tecnologici
"Siamo l'unico parco scientifico pubblico che opera sull'intero territorio nazionale, e abbiamo quindi il dovere di favorire lo sviluppo tecnologico ed economico dell'intera Nazione: per noi la collaborazione con università e centri di ricerca del SudItalia è quindi strategica". Sono le parole pronunciate dal presidente dell'Area Science Park diTrieste, uno tra i parchi scientifici e tecnologici più importanti d'Italia,Adriano De Maio ospite ieri pomeriggio dell'Università di Catania.
"La Sicilia e in generale il Meridione - ha sottolineato il rettore Giacomo Pignataro introducendo l'ospite - vive un periodo di grande crisi: le immatricolazioni negli atenei del Sud diminuiscono in maniera esponenziale, molti giovani preferiscono studiare altrove perché scoraggiati dalle scarse prospettive occupazionali. L'Università di Catania ha l'obbligo di cercare un rimedio aquesta situazione e di offrire al territorio un patrimonio materiale eimmateriale da mettere al servizio della ricerca e dell'innovazione". "Perquesto - ha concluso il rettore - cercheremo di avviare il prima possibile accordi di cooperazione con una realtà così prestigiosa come l'Area SciencePark di Trieste".
Nel corso del suo intervento dal titolo "La ricerca deve essere valorizzata: perché e come. Il ruolo del Parco Scientifico di Trieste", il prof. De Maio - che è stato anche rettore del Politecnico di Milano e della Luiss Guido Carli di Roma, oltre che commissario del Cnr - ha descritto le attività del Parco giuliano, nato nel 1978 e che ha "tre grandi obiettivi: l'attrazione di investimenti daimprese - anche estere - medio grandi; lo sviluppo di imprese esistenti e lacreazione di nuove". "In Italia - ha continuato De Maio - la qualità diricercatori è ben migliore di quella che si vuol fare credere, perché lafiliera della formazione è ancora di alto livello. Il grosso problema sta nel ritorno economico - quasi nullo - che la ricerca produce sul nostro territorio:su questo devono lavorare principalmente i parchi scientifici. In questo senso, il modello da seguire deve essere quello di Stati come la Corea del Sud, che nel giro di pochi anni, grazie ai grandi investimenti in termini di brevetti e alla creazione di un enorme parco scientifico è diventata in pochi anni una dei principali competitor degli Stati Uniti in termini di innovazione tecnologica".
De Maio ha infine parlato della questione della fuga di cervelli. "A mio avviso - ha spiegato- si guarda la problematica da un punto di vista scorretto: il problema non è la fuga, ma il fatto che non riusciamo a sostituire le professionalità che vanno all'estero con altre unità di personale altrettanto valide. Dobbiamo guardare alla situazione in una prospettiva più internazionale: ben venga che i nostri giovani vadano a specializzarsi anche all'estero, però anche noi dobbiamo averele infrastrutture adeguate per attrarre a nostra volta ricercatori stranieri".