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Ospedale Cannizzaro, nasce la prima biobanca pubblica

Il rettore Francesco Basile: “Catania sempre più eccellenza in Italia. Anche l’Università di Catania sosterrà la struttura nella formazione, collaborazione e ricerca”

22 Maggio 2017
Alfio Russo

“Catania e le sue strutture rappresentano ormai sempre più un’eccellenza in Italia e la Biobanca ne è una testimonianza visto che si tratta del quarto centro in Italia e il primo da Napoli in giù”. Con queste parole il rettore Francesco Basile è intervenuto alla cerimonia di inaugurazione della Biobanca istituita per la preservazione della fertilità nel paziente oncologico, attiva all’interno del Servizio di Procreazione Medicalmente Assistita dell’Unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania.

“Tutti gli enti istituzionali, proprio perché centro pubblico e non privato, devono aiutare la Biobanca, un centro d’eccellenza pubblico, in quanto sappiamo tutti che nel settore della procreazione assistita esistono molti centri privati – ha aggiunto il prof. Basile nella sala del centro congressi -. Inutile soffermarsi sull’importanza della Biobanca che consentirà alle coppie, dinanzi a due drammi familiari, non poter avere figli e oncologico, di avere una possibilità per diventare genitori”. E sul ruolo dell’Università di Catania, il rettore ha spiegato che “l’Ateneo si impegnerà ad aiutare la struttura nella formazione con percorsi sempre più mirati in questa particolare attività clinica, rafforzerà la collaborazione con tutte le strutture ospedaliere per abbattere le barriere per la salute pubblica perché la sanità è unica e, infine, interverrà nello sviluppo della ricerca in ambito sanitario per migliorare la Biobanca”.

La Biobanca offre a uomini e donne affetti da neoplasie, che rischiano di perdere la capacità riproduttiva, la possibilità di conservare le proprie cellule per poterle utilizzare, attraverso tecniche di fecondazione assistita, in un momento successivo.

Un centro già in funzione dal 2016 e che, come ha spiegato il prof. Paolo Scollo, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ginecologia e Ostetricia, conta già “5.920 consulenze, 20.548 ecografie e 2.716 tecniche già eseguite, ma soprattutto ben 77 pazienti, 106 crioconservazioni, 4 scongelamenti e 1 gravidanza ongoing”.

“La Biobanca permette di crioconservare ovociti, spermatozoi e tessuto ovarico, con l’obiettivo di consentire a uomini e donne in età riproduttiva con malattie oncologiche (ma anche con lesioni midollari) di seguire un percorso volto a preservare la fertilità – ha aggiunto il prof. Scollo -. Il servizio offre un approccio multi specialistico grazie all’apporto di varie figure professionali (oncologo, ginecologo della riproduzione, embriologo, psicologo) e, in quanto centro di riferimento, si rivolge a pazienti di tutte le strutture della Regione, pubbliche e private”.

“Circa il 3% del totale dei casi di tumore maligno - spiega il prof. Paolo Scollo - viene diagnosticato in pazienti con età inferiore ai 40 anni: poiché il trattamento chemioterapico è legato alla possibile comparsa di infertilità secondaria, tutti i pazienti, maschi e femmine, con diagnosi di tumore in età riproduttiva devono essere adeguatamente informati del rischio di riduzione o perdita della fertilità come conseguenza dei trattamenti antitumorali e, contestualmente, delle strategie disponibili per ridurre tale rischio”.

Alla presentazione, sono intervenuti, tra gli altri, il sottosegretario alla Salute on. Davide Faraone, che ha evidenziato “l’importanza di queste eccellenze in Sicilia che deve essere sempre più modello per la Sanità in Italia”. “E’ ovvio che su queste eccellenze dobbiamo lavorare per migliorare le altre strutture e anche la Rete ospedaliera” ha aggiunto Faraone alla presenza del sindaco di Catania Enzo Bianco.

L’assessore regionale alla Salute on. Baldo Gucciardi, ha sottolineato che si tratta “di un nuovo passo importante per la Sanità in Sicilia, un fiore all’occhiello per l’intera sanità che potrà solo migliorare con le nuove dotazioni organiche frutto dei concorsi” alla presenza del dirigente Ignazio Tozzo, Dirigente Generale del Dipartimento per la Pianificazione Strategica dell’assessorato regionale alla Salute.

Soddisfazione è stata espressa anche da Angelo Pellicanò, direttore generale dell’Azienda Cannizzaro, che ha evidenziato “il valore sociale e sanitario importante che riveste la Biobanca per tutte le coppie in difficoltà” aggiungendo che “si tratta solo di un primo passo per migliorare anche altri settori”.

La biobanca dell'ospedale Cannizzaro, la cui responsabilità è affidata alla dott.ssa Maria Elena Vento, dirigente biologa, si rivolgerà, in quanto centro di riferimento, ai pazienti di tutte le strutture, pubbliche e private, dell'intera regione.