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Luigi Mazzone, presidente del Cus Catania: «La migliore arma in questo momento è la resilienza»
«In questo momento difficile per tutti la nostra arma migliore per rispondere allo stress è la resilienza». Luigi Mazzone, presidente del Cus Catania e neuropsichiatra infantile del Policlinico universitario Tor Vergata di Roma, risponde così alle richieste di “intervento” da parte di studenti, e non solo, in questo periodo di “reclusione in casa” lontano da palestre e campi da gioco per via delle restrizioni dettate dall’emergenza Covid-19.
«Anche a casa, ovviamente dipende dagli spazi a disposizione, sarebbe molto utile ritagliare spazi per svolgere attività fisica – spiega il dott. Mazzone -. È ovvio che non sarà possibile correre i 100 metri o fare il solito giro di campo, ma basta adattarsi e attenersi ai classici esercizi come gli addominali o i gradini. A tal proposito circolano online numerosi tutorial, occorre un po’ ingegnarsi e soprattutto trovare la forza di volontà in questo periodo per svolgere 30 minuti o un’ora di attività. Non è una questione di voglia fisica, bensì di voglia mentale».
E per chi svolge attività agonistica, come gli atleti del Cus Catania, cosa consiglia?
«In una prima fase abbiamo invitato tutti a svolgere attività di mantenimento della forma fisica, purtroppo è ovvio che non si possano svolgere giochi di squadra. La palestra, ad esempio, è stato uno dei primi luoghi a chiudere e sarà certamente uno degli ultimi a riaprire, per questo motivo è importante continuare a fare attività fisica anche perché è fondamentale per rinforzare l’organismo e sappiamo bene che un corpo sano presenta difese più alte».
E l’aspetto psicologico?
«L’aspetto psicologico dell’atleta che svolgeva attività agonistica in questo momento non è dei migliori, alcuni sono sconfortati. Penso a quegli atleti del Cus Catania con grandi ambizioni come la velocista Alessia Carpinteri o ai componenti delle squadre di rugby e basket».
Un consiglio per gli studenti universitari che frequentano il Cus Catania?
«Le ore trascorse nelle strutture del Cus Catania erano fondamentali per gli studenti universitari perché rappresentavano un momento di svago e per questo è importante praticare lo sport a casa sia per il fisico, sia per alleviare lo stress legato allo studio in questo periodo di esami».
Suggerimenti anche per i non sportivi?
«Purtroppo al momento non vediamo ancora la luce, non conosciamo la data di riapertura, navighiamo a vista. Mentalmente, non avendo date, la nostra resilienza è messa a dura prova. Occorre pianificare le giornate ed essere flessibili, organizzare la giornata per ritagliarsi spazi per esercizi fisici e mentali a casa, anche coinvolgendo il resto della famiglia».
Nei giorni scorsi è stato decretato il rinvio dei Giochi olimpici di un anno. Come viene vissuto questo rinvio dagli atleti olimpici e quale può essere il ruolo del mental coach, secondo lei che ricopre questo ruolo per l’ItalSpada del ct Sandro Cuomo?
«Il rinvio viene vissuto diversamente a seconda degli atleti: chi è a fine carriera sta centellinando forze e allenamenti perché indubbiamente quest’ultimi pesano sul fisico. Credo che le motivazioni dei Giochi olimpici siano così grandi che alla fine un anno non incida più di tanto, sicuramente un rinvio di due anni sarebbe stato vissuto diversamente. Due anni per un atleta sono tanti. Penso, come esempio, a Federica Pellegrini ormai a fine carriera. Nel mio team dell’ItalSpada penso a Elisa Di Francisca, campionessa olimpica nel 2012 a Londra e medaglia d’argento a Rio de Janeiro nel 2016, non credo che incida molto. Anche in questo caso è importante essere resilienti, cioè resistere e avere la forza mentale di ricostruire un percorso. Tutti dovranno resettarsi e riorganizzare la preparazione sia fisica, sia mentale».